domenica 20 aprile 2014

auctoritas


La primavera esplose sul nervo ottico come un ponte fatto saltare da qualche Victor Charlie burlone. Nonostante l'apocalisse termonucleare di un cielo limpido la domenica mattina, la mia routine di cibo-cacca-pipì-droga-misantropia non è stata intaccata. Ringraziamo il signore, e annunciamo una settimana di bestemmie.

I primi raggi di sole, i primi stupri oculari. L'opulenza dei sentimenti ficcati in denim troppo stretti.  Quella sensazione di dover fare la spesa per la sopravvivenza propria e altrui e vi viene sbattuto quel chilo di carne cruda, grezza, sanguinolenta. Il disgusto del desiderio.

La sensualità è stata scaricata nel cesso insieme al preservativo usato della moralità.
Esporrò senza troppi giri la mia teoria sul perché or ora la gioventù ostenti il voler essere sessualmente attrattivi come fossero blocchi di lombata di vitello.

L'inno alla giovinezza  si è risolto con quarantenni che infilano la lingua in gola a quasi ventenni. Questo perché si è creata a livello di eros, una serie di  tensioni mistico-sensuali tra donne che cercano le bionde trecce d'oro e le non-ancora-donne che non vedono l'ora di avere le poppe a pera.
Detta in maniera più chiara tettemunite più rodate pensano che le tette-appena-accennate siano i cinesi della situazione che rovinano il mercato (stessa cosa vale con i piselli-bitorzuliti e i flash-flosci-sbarbatelli). Logica conseguenza vuole che la mercanzia vintage debba acquistare valore e i giocattolini emotivi cinesi in mancanza di esperienza su come esternare la carica erotica ( pensate alle tattiche di avvicinamente di un under 25. E' così imbarazzante che sono felice di essere donna) la sbattano in faccia. L'escalation continua e ora siamo pieni zeppi di persone sensualissime e insipide.

Grazie a dio sono diventata vegetariana. Una zucchina è più turgida di un wurstel. La carne sbattuta così in giro, non, non ce la faccio più a sopportarla.

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