venerdì 20 dicembre 2013

Parole, Parole, Parole #2

Cadono giù come napalm, e bruciano più velocemente della nitrocellulosa.

Nel mio corso universitario c'è una venere botticelliana, che, quando non è assonata, infonde bellezza e aria di primavera ai comuni mortali. Anzi è da precisare l'esistenza di un micro-Olimpo di dei mortali: un Lord Marte, noncurante dei voti, Amore&Psiche che continuano ad amoreggiare in terza fila, un Adone Nero,  che dalla swaggitudine non s'immischia ad attaccare bottone con nessuno, aumentando il proprio fascino e uno stuolo di ninfe e satiri-nerd.
Ma non è questo l'importante.
Il fulcro di questa mia riflessione è uno scorcio di una spettegolata nella pausa accademica.
"Beh c'è questo tizio che mi viene dietro e che ha asserito un calo del mio fascino in seguito alle mie mesh verdi"

La bellezza non è negli occhi di chi guarda, ma nelle parole che usa per descrivere l'oscuro oggetto del desiderio estetico.

Se un ente, in maniera ragionevole, può essere assunto come bello, in quanto genera negli osservatori un sentimento estetico, un cambiamento parziale di una sua qualità superficiale, può decretare un rovesciamento del giudizio precedente?

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