sabato 8 marzo 2014

Medioman

Da un po' rispondo alle formalità del saluto con una sonora bestemmia.
Non capisco perché chiedere a una persona  lo stato di salute, quando la sua esistenza è garanzia del fatto che non si sia svegliata morta.

E in un momento di stasi cerebrale l'illuminazione nicotinimica sulle note de "Il mio canto libero". Non è più la generazione X. Non è più la generazione che crepava ubriaca in auto. Non è più la generazione trasgre dei tatuaggi e dei rave. E' la generazione MedioMan.
Supereroi del banale.
In una vita mediocre, condei voti mediocri in facoltà universitarie mediocri, instaurando relazioni affettive mediocri, sperando in sogni esageratamente mediocri.Medioman. Falliti dalla nascita, fregati in partenza. E poiché la cosa agli occhi di tutti suscita la stessa pena che suscita una merdina rinsecchita dal sole.

Il gap generazionale è sempre stato un muro che frena la frenesia giovanile. Adesso è come non esistesse, la miseria dell'esistenza cementifica le diverse età. Ma non fa unione, delimita le realtà contrastanti e spigolose in modo tangibile. Ed è sempre colpa di tutto, tutti e delle belle parole. Illudersi nel sentimento di speranza, domani è un altro giorno in fondo. Di merda.

I-soldi-non-sono-la-felicità è il motto della middle class cristallizata nella scala sociale. I soldi sono un coadiuvante al benessere. Pochi soldi in più danno il potere. Danno il potere di giudicare il pensiero degli altri. Sapete perché è negativo? Ebbene lor signori, se voi potevate ancora immaginarvi quella bella incognita giovanile chiamata futuro, ebbene per la generazione Medioman questo non esiste. Viviamo osservando il sole dell'avvenire disegnato su un muro. Aspettiamo solo il sibilo dell'ultima ora che si conficca con precisione chirurgica nella materia cerebrale

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