martedì 4 marzo 2014

Le storie di negri non meritano un cazzo

Appena visto il multipremiato 12 anni schiavo.

Devo ancora formulare un pensiero a riguardo, tanto mi ha colpito a fondo.
Se Django mi ha fatto ridacchiare, The Butler fatto piangere, 12 anni schiavo mi ha fatto sentire le frustate nell'anima.
Non c'è una morale, non c'è un lieto fine preciso, c'è solo tanta sofferenza, tanto odio, tanto sangue, tanti negri e tanto cotone.
La cosa che più mi ha colpito è che cazzo è successo durante la proiezione. Nel cinema mezzovuoto, e nella scena clou di tristezza infinita che strapperebbe lacrime pure ad Hitler, una tizia trova
opportuno telefonare.
 Ci sono 3 luoghi sacri: i cinema, le biblioteche e i musei (considero come musei anche le chiese). Lo spazio immenso impone il silenzio alla laringe, perché è nonsense innescare una compressione-decompressione dell'aria che turbi le good vibes del luogo. Voglio vedere se gli eretici che disturbano la quiete incominciano a telefonare o far cose assolutamente fastidiose, tali per cui la soluzione finale è leggittimata, mentre stanno cavalcando il coito della loro vita. (Vorrei scrivere una bestemmia qui, ma sto smettendo).

Nella pausa, mentre io cercavo di uscire dalla logica "sono mezza negra, quando torno nei campi riceverò le mie 100 frustate e uno stupro gratis", un mazzolino di allegri appena-adolescenti in pieno risveglio vegetativo-ormonale, si fa un'autoscatto con la migliore tecnologia telefonica sul mercato.
Le storie di negri non meritano alcun rispetto, in quanto i negri sono alla stregua di animali da soma.
Poco più sopra, nelle file dove nei tempi delle mele si limonava duro, qualcuno ridacchia nel mentre sullo schermo uno schiavo muore.

Un film è la proiezione degli idola fori su uno schermo16:9.
La sofferenza figurata nei negri è la smorfa sdegnosa-annoiata delle persone che non tollerano i lungometraggi sopra i 90 minuti che presuppongono un certo coinvolgimento intellettuale.
Poi la gente mi chiede perché odio il mondo.

La primavera mi è esplosa in corpo
con lo schioccare delle
fruste.
I sentimenti
banalizzati
vengono scrollati
su finte foto invecchiate
mentre il cuore muore
insieme a tutto il reale.
Ha senso vivere così?


post-it mentale:
-smetterò di andare a vedere film sui negri;
-smetterò di andare a vedere film impegnativi con persone a cui sono legata sentimentalmente;
-non permetterò a nessuno di avvicinarsi per i prossimi giorni a due metri da me, sono ancora troppo incazzata/indignata con l'umanità per interlacciare rapporti sociali.




1 commento:

  1. Sempre per rimanere in tema di citazioni cinematografiche, una bella crocifissione in sala mensa certa gente se la meriterebbe in pieno...

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