giovedì 14 novembre 2013

Sitabus

Le corriere che si inoltrano nella selvaggia provincia possono essere considerati la cura per qualsiasi blocco dello scrittore.
Puro concentrato di essere umano cola sottoforma di condensa sui vetri del 15-18.
Occhi, occhietti e palpebre incastrati in carni, avvolte nei pensieri mattutini.
Il calvario del pendolare si trasforma nella sofferenza cortese dei racconti cavallereschi.
Quanta poesia si può tirare fuori da un trabiccolo diesel.
Esperienze paniche. O per meglio dire esperienza diretta dell' indifferenza. Madri con figli, signori&signore anziani, restano precariamente in piedi, piccole escrescenze cristallinee cui il welfare non può fare più nulla.
Il grigiore adulto stride a fatica contro il colore stuccato dei minorenni. Proprio guardando loro che ti accorgi che appena si supera la soglia  della maggiore età si diventa un animo in pena, piegato dalla frustrazione della scuola, del lavoro, dei soldi, dell' amore che c'è a intermittenza, dei vizi, della palestra, del non essere abbastanza, del vivere.
Ma questo è un altro discorso.
Gioventù swag -odiare i negri per assorbirne la cultura/spazzatura-, provincialismo galoppante nei modi di essere, fare, esistere. Un interessante nugolo di proto-larve che cercano di sgusciare dalla normalità per finirci dentro, ostentando i simboli della banalità ricercata. Per esempio le Air Jordan.
Con 3,10€ ringrazio AutobuSITAlia per il servizio antropologico offerto

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