sabato 30 novembre 2013

Le bic sono armi di distruzione di massa

Notte insonne.
Finito il libro dell'inquietudine
Fondella di tisana nella tazza rossa.
Nulla. Niente sonno.
Poco più in là una bic nera, e un moleskine a pagine bianche.
Un cliché. 
La vita sembra un cliché, tutti così attenti a non apparire ponendo l'accento su mille particolari che li rendono rigidi come i mosaici dei Gesù in mandorla. 
Di per sé non è un problema apparire. È il non riconoscere la propria vanità e rufianaggine, e nasconderla sotto uno strato di cerone snob che farebbe sentire a disagio pure Moira Orfei.
Apparenze di persone che nuotano in uno sfondo dorato, senza senso, con feticci allegorici, tags tangibili che rimandano a cose definite a priori. 
Cristallizzare poveri cristi in forme predeterminate del Systema Naturae del viver comune, ovvero, se non è descritto per #hashtag, e le altre categorie stanno strette come gli skinny jeans alle ragazzine che vanno al Mc, resta un'ultima cosa da fare: uccidere le persone conficcando bic nelle trachee di persone a caso (magari di quelle che trattano gli altri individui come piccioni).

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