martedì 26 novembre 2013

Aula Studio

Bisognerebbe quantificare quante ore spende uno studente a respirare l'aria di ascelle presente in aula studio.
E' il luogo del miracolo.
E' il luogo in cui ogni tanto, qualcuno capisce cosa sta studiando. E le vedi quelle persone a cui è capitato, sono lì con il viso rosato da putto settecentesco a guardare con sufficienza quelli che invece hanno l'aria di
essere appena stati nella Milano appestata.

Ma i miracoli non accadono sempre.

In quei fatidici giorni prima dell'esame, in cui serpeggia una certa coscienza di cosa accadrà di lì a breve c'è la disperazione. Anzi la Disperazione.
In un certo senso -mi sono accorta- studiando si capisce quanto sprechiamo della nostra vita, del nostro tempo, della nostra intelligenza. E allora fuori dal magico mondo dell'aula studio, tra una sigaretta e l'altra si cerca di trovare una strategia per uscirne vittoriosi dalla sessione di apprendimento, si divinano pronostici sui voti, si nasconde sotto il tappeto delle coscienza l'ignavia intellettuale del non affermare il fatto che il tempo utile è stata sprecato, in mille rivoli di sciocchezze.
I visi si fanno cupi. Le sigarette più numerose. Scrollate di spalle firmano il diktat mentale: " Se non passo, non è la fine del mondo".  Gli sforzi si fanno più intensi, aumentano i caffè, sale il mal di testa.
In confronto I mangiatori di patate trasudano allegria.

Passando quasi ogni giorno seduta in quei stanzoni puzzolenti si delinea un pensiero:
Partecipo a un coro di disperati. Questa è una cattedrale di babbuini che sovrastimano la loro intelligenza e pretendono di diventare Umani, sprecando miserevolmente la loro vita, e io non sono da meno. Allegria!

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